Episodio 19 –
Smettila di lamentarti! (e impara a difenderti da chi lo fa con te)

“Non ascoltate coloro che piangono e si lamentano. La loro malattia è contagiosa.  

Og Mandino

Smettila di lamentarti (e inizia a fare!)

Una delle abitudini più deleterie nella comunicazione, causa di molti mali, è l’abitudine a lamentarsi continuamente.
Ci sono persone che non conoscono altro modo di relazionarsi agli altri.
Ci si lamenta di tutto, dai colleghi, al capo, ci si lamenta del tempo, del cane, dei prezzi che si alzano, del governo ladro…

Com’è per te?Ti riconosci anche tu in questa modalità?

Te ne parliamo perché la tendenza al lamento è un’abitudine che fa perdere carisma ed efficacia ad ogni tua comunicazione, ti fa perdere autorevolezza, ma anche ti isola, a poco a poco diventa un veleno per le tue relazioni.

Ma perché ci lamentiamo? Ogni nostro comportamento ha un senso, se lo mettiamo in atto è perché, almeno nel breve termine, ci dà dei vantaggi. Vediamo quali sono.

Vantaggi a breve termine del lamentarti

 

Lamentarsi dà una gratificazione immediata a basso costo.

Il lamentarsi crea dipendenza ed assuefazione: ci piace, ci fa stare bene quindi lo ripetiamo.Più ci lamentiamo e più tendiamo a lamentarci.
Lamentarci nell’immediato ci fa stare un po’ meglio, può alleviare la frustrazione. Ci sfoghiamo.
Il fatto è che se alleni la strategia del lamento questo diventa sempre più un comportamento automatico e fuori dal tuo controllo.

Il lamento attira l’attenzione su di te.

Spesso le persone si lamentano perché così riescono ad ottenere la tanto agognata attenzione.
È tipico del bambino. Piagnucolare, lamentarsi, perché in questo modo sa che avrà l’attenzione dei genitori. Quando ti lamenti fai la stessa cosa: permetti che il tuo bambino dipendente ed egoico venga fuori e utilizzi una strategia facile per attirare l’attenzione.

 

Gli effetti negativi del lamento nel medio lungo termine

 

A fronte del temporaneo sollievo che il lamento ti regala ci sono gravi costi da pagare nel medio e lungo termine. Gli “effetti indesiderati” di questa abitudine sono:

Il lamento non cambia la realtà.

Il lamento in parte ti anestetizza rispetto alla frustrazione e ti offre un temporaneo sollievo, ma la situazione di cui ti lamenti rimane invariata.
Il lamento paralizza, ti impedisce di agire. Lamentandoti sprechi energia che quindi non potrai utilizzare per cambiare la situazione. Metti inoltre in circolo emozioni negative, come la frustrazione, rabbia, senso di impotenza. Ti auto-definisci come vittima e come tale poi agisci.

Il lamento atrofizza la tua capacità di problem solving.

L’attività del lamento prolungata nel tempo rende meno elastica e attiva l’area del cervello deputata al problem solving e al pensiero creativo e razionale.
Nel tuo cervello si rinforzano i percorsi neurali del lamento che quindi diventa un modo stereotipato di reagire alle situazioni.

Il lamento danneggia la tua salute


Quando ti lamenti nel tuo corpo entra in circolo il cortisolo, l’ormone dello stress che serve per fronteggiare con maggiore forza e prontezza le situazioni che richiedono massima allerta.
L’ormone però rimane inutilizzato e in circolo nel corpo visto il lamento non è generalmente seguito da una spinta attiva verso la soluzione.
E’ stato dimostrato che il rilascio eccessivo di cortisolo ha effetti negativi.
Troppo cortisolo in circolo nel corpo significa aumento della pressione arteriosa, maggior vulnerabilità alle infezioni, debolezza del sistema immunitario. Inoltre il cortisolo  riduce le capacità di apprendimento e la memoria

Il lamento danneggia le tue relazioni

Questo è un punto fondamentale su cui vogliamo spingerti a riflettere oggi.
Le persone che si lamentano sempre costituiscono un “costo sociale” per gli altri. Appesantiscono l’atmosfera, contagiando emozionalmente chi sta loro intorno. Sono i cosiddetti vampiri energetici, che ti usano per vomitarti addosso le loro negatività, e “succhiarti energia”. Ecco perché, dopo essere stato a stretto contatto con un campione del lamento generalmente ti senti spossato, senza energie.

La conseguenza sul lungo termine è che le persone tenderanno a starti alla larga, perché ognuno cerca di ricevere “vantaggi sociali” e di evitare i costi. Così tu rischi di restare da solo.

Ecco perché noi ti consigliamo di ripulire la tua comunicazione dal lamento, uscire dal ruolo della vittima e iniziare prima ad esprimerti e poi ad agire con maggiore carisma e positività.

Come smettere di lamentarti

Ecco i passi fondamentali che ti consigliamo per ridurre e poi interrompere l’abitudine al lamento:

  • Diventa consapevole dei danni nel medio lungo termine (primo passo l’abbiamo già fatto oggi)
  • Diventa consapevole del livello del tuo lamentometro (tieni un diario: quanto spesso, quali cause, cosa sento..)
  • Accogli con benevolenza il lamento e il disagio emotivo. È la tua parte bambina che si lamenta.
  • Presta attenzione a ciò che va bene. Porta la tua attenzione selettiva a cosa funziona. Allena la gratitudine (per ciò che di bello c’è nella tua vita).
  • Agisci sulla realtà. La domanda fondamentale da porti quando senti la tentazione di lamentarti è: Cosa posso fare io qui? Questo ti consente di passare dal ruolo di vittima impotente a quello di leader, al timone della tua vita. Ad esempio: se il tuo ambiente di lavoro è negativo, tutti sparlano gli uni degli altri e tu continui a lamentarti, allora peggiori la situazione. Cosa potresti fare invece? Passare più tempo con quei 2-3 colleghi che non sparlano, astenerti dal gossip. Fare qualche azione pro-attiva, tipo portare dei dolcetti in ufficio, cominciare a sorridere per primo…

Bene, mettendo in campo tutti questi consigli riuscirai sicuramente a liberarti dell’abitudine al lamento.
Ma come fare invece se a lamentarti non sei tu ma vivi in stretto contatto con qualcuno che si lamenta? Ad esempio il collega, il partner, il collaboratore, tua madre…?

Come gestire e difenderti da chi fa la vittima e si lamenta

1° fase: dai attenzione con empatia.

Chi si lamenta cerca innanzitutto la tua attenzione. Puoi scegliere in prima battuta di dargliela, facendolo sentire accolto a livello del cuore.

2° fase: Se il lamento va avanti non permettere all’altra persona di risucchiarti l’energia.

Non cadere nelle trappole che ti tende chi fa la vittima e si lamenta, invitandoti a entrare anche tu nel circolo vizioso del lamento. Piuttosto invita l’altro a fare qualche proposta costruttiva.
Ad esempio di fronte a lamento continuo di un collega rispetto alle inadempienze del capo potresti fargli una domanda del tipo:
Che cosa proporresti di costruttivo tu per risolvere questa situazione?

3° fase. Se il lamento continua chiudi al conversazione con una frase netta.

Ad esempio: “Prendo atto del tuo modo di vedere le cose.” Poi fai qualcosa per rompere la conversazione, ad esempio cambia provvisoriamente stanza se puoi, o allontanati.

 

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