Episodio 20 –
Vuoi farti ascoltare? Allora smetti di rispondere così!

Ascoltare senza pregiudizi o distrazioni è il più grande dono che puoi fare a un’altra persona.

Denis Waitley

 

Vuoi farti ascoltare? Allora smetti di rispondere così!

 

Questa puntata è dedicata al rimuovere uno più grandi ostacoli che limitano e danneggiano i nostri momenti di parola. Noi spesso paragoniamo gli speaking moments ad “amplificatori di possibilità”.  Attenzione! Se metti invece in campo la modalità di cui parleremo oggi, queste possibilità vengono azzerate.

 

 

Sapersi esprimere e Saper ascoltare

Esistono 2 grandi poli in ogni speaking moment. L’espressione e l’ascolto. Fanno entrambi parte a pieno diritto dell’arte di comunicare.
E’ scontato pensare che se voglio comunicare qualcosa sarò io ad esprimermi, e l’altro starà nell’ascolto. In realtà la capacità di ascoltare è il pre-requisito anche dell’espressione. E’ quel tassello che – se c’è – amplifica le possibilità che l’altro mi ascolti veramente, quando esprimerò il mio pensiero.

Adesso analizzeremo una serie di situazioni personal e poi allargheremo il concetto anche all’ambito public.

Una situazione tipica in cui puoi verificare l’importanza dell’ascolto è quando l’altro ti ha appena esposto un suo problema e tu hai in mente una buona soluzione che vuoi che venga considerata.
Fantastico! Sì però…anche in questi casi… è veramente così semplice farti ascoltare? NO!

 

Farsi ascoltare non è semplice

Tuo figlio non ha più voglia di continuare a giocare a basket, tu pensi che la soluzione sia che stringa più amicizie con i compagni che ancora non conosce….ma se lui si lamenta di questo con te e tu di tutta risposta dici “Dovresti solo cercare di farti degli amici, dopo ti piacerà di più!” , pensi che prenderà in considerazione le tue parole?
No!
Oppure sul lavoro c’è un cliente che ha un problema e tu sai che il tuo servizio potrebbe assolutamente risolverlo, ma lui ti dice che non è interessato, e tu rispondi ” Lei forse non ha capito bene i vantaggi che le sto proponendo…è esattamente quello di cui lei ha bisogno!” .

In entrambi questi casi è altamente probabile che – pur avendo un attimo assist da esprimere – non verrai ascoltato.

Perché? Manca il tassello dell’ASCOLTO.

 

Ascoltare. A cosa serve davvero?

L’ascolto spesso viene, più o meno consciamente, svalutato come se fosse un atto passivo. Cosa devo fare di particolare? Ho due orecchie funzionanti. Ci sento! Ho sentito quello che hai detto! In realtà ASCOLTARE è diverso da SENTIRE.
L’ascolto è una dote sottile, un’arte che richiede attenzione, allenamento e cura.

Stephen Covey, nel suo bestseller I sette pilastri del successo (The seven Habits of Highly Effective People, 1989), dedica uno dei pilastri che conducono al successo nelle relazioni, sul lavoro e nella vita, proprio all’ascolto. Prima cerca di capire, poi di farti capire! 
Covey fa riflettere sul fatto che non sono i bisogni in generale a motivare le persone, ma i bisogni insoddisfatti. Ed uno dei principali bisogni che noi abbiamo dopo la sopravvivenza fisica è la sopravvivenza psicologica: essere compreso, essere affermato, approvato, apprezzato.
Covey paragona l’ascolto a dare aria psicologica all’altro e in questo modo è possibile predisporre il terreno ad essere poi ascoltati noi a nostra volta.

 

I 3 vantaggi che ti dà un buon ascolto

Ascoltare ti dà 3 principali vantaggi:

  1. ottenere più informazioni da poter poi usare nel tuo momento di espressione per dare un messaggio più calato su ciò che importa veramente all’altro, e quindi più probabilità di successo nelle trattative.
  2. Migliora la relazione. Quando soddisfi per l’altro il bisogno psicologico del sentirsi compreso, lo fai sentire importante, lo metti al centro. Questo provoca un calo immediato delle difese psicologiche, una maggior fiducia nei tuoi confronti.
  3. maggior attenzione e interesse verso quello che dirai.

 

Se è così vantaggioso perché non lo utilizziamo?

Basterebbe adesso dirti “bene da oggi in poi ascolta prima di dire la tua!” e tutto migliorerebbe. Purtroppo non basta.
Non lo utilizziamo perché ascoltare non è spontaneo, anzi. Esistono specifiche tecniche di ascolto che permettono di sviluppare questa arte, il grande punto di svolta però non sta nell’aggiungere qualcosa a quello che già fai, ma piuttosto nel togliere qualcosa.
L’ascolto per definizione è lo SPAZIO che creiamo per l’altro, ma se questo spazio è affollato, intasato, pieno zeppo di noi…cosa rimane per l’altro? Niente!

 

La sfida dell’ascolto: smetti di giudicare

Vogliamo arrivare a farti un invito da mettere in atto dopo che avrai finito di ascoltare questo podcast o di leggere questo post. E’ una sfida da praticare per minimo 2 settimane.

SMETTI DI GIUDICARE!
Cosa significa? Smetti di dire che qualcosa è giusto o sbagliato, che qualcosa si deve o non si deve fare, che bisogna o non bisogna comportarsi in un certo modo, che l’altro non ha capito, che dovrebbe ascoltarti, che dovrebbe essere o fare qualcosa di diverso da quello che attualmente è o fa.

 

La trappola del giudizio

Ogni volta che ti ergi a giudice di quello che un’altra persona ti ha appena detto azzeri le possibilità che voglia parlarti ancora e che voglia ascoltarti ancora.
Potrai avere anche il miglior consiglio, il più utile per lei ,ma lei non l’ascolterà. A nessuno piace sentirsi giudicato, anche se il giudizio fosse corretto (anzi a maggior ragione se lo è… fa troppo male). In realtà ognuno di noi crede molto nella bontà dei propri giudizi ma rare volte sono azzeccati, perché la verità è che ognuno vede la propria realtà, la interpreta con i propri filtri emotivi e mentali, senza vedere la realtà dell’altro.

Numerosi studi sulla comunicazione hanno messo in luce che la maggior parte dei problemi relazionali sono dovuti a difficoltà di comprensione. Pensiamo di aver ascoltato e capito. In realtà abbiamo solo giudicato e interpretato.

 

Cosa significa non giudicare?

Astenerti dal giudicare significa:

  • fare un passo indietro, morderti la lingua, stare piuttosto in silenzio,
  • e per contro, significa anche accettare il punto di vista dell’altro come plausibile,
  • andando ancora oltre significa cercare di vederla anche come la vede lui.

Lo spunto che ti lasciamo oggi è di mettere la tua intenzione nello smettere di rispondere tramite giudizi. Se lo farai avrai fatto già oltre il 60% di quello che ti serve per creare lo spazio dell’ascolto.

 

L’ascolto nel Public Speaking

Anche in contesti di public speaking questo consiglio è assolutamente spendibile.
Quando stai facendo un discorso e si apre un dibattito o c’è il momento delle domande, lì ti arriveranno punti di vista diversi ed è molto facile rispondere con un “Sì, però….” o un “Lei dovrebbe considerare anche…”.
Se metti in campo il giudizio quando sei su un palco la distanza che normalmente nei momenti personal crea con l’altro, viene allargata all’intero pubblico.
Attenzione: il punto qui non è rinunciare a quello che vuoi dire, ma dirlo DOPO.
PRIMA ascolta, prima cerca di capire perché la pensa così, dopo fatti capire.

 

Metti in pratica!

Questo esercizio dell’astensione dal giudizio reattivo può potenzialmente rivoluzionare i tuoi speaking moments ma non lo farà se rimarrà solo una cosa che hai capito a livello mentale. Portalo nella tua vita, sperimenta l’effetto che fa dire “Ti capisco!” anziché dire subito la tua, assapora cosa accade se rimani in silenzio piuttosto che dare il tuo giudizio e poi scrivici cosa è cambiato.

 

Ne vale la pena, perché, come diceva Stephen Covey:

“Finché non riuscirete a comprendere veramente la mia unicità, io non mi lascerò influenzare dai vostri consigli.”

 

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