Episodio 14 – 
Come fare una buona prima impressione nelle tue occasioni sociali

non c’è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione.” – Oscar Wilde

 

Quanto conta la prima impressione?
Le ricerche dicono che ci vuole un tempo tra i 5 e i 30 secondi per farci un’idea generale di una persona dal momento in cui la incontriamo – un battito di ciglia come lo definì nel suo famoso libro Blink, Malcom Gladwell.

 

Il fenomeno psico-sociale della prima impressione esiste!

 

Devi sapere che il nostro cervello in pochi istanti è in grado di analizzare migliaia di informazioni e di farsi un’idea generale su una situazione o una persona nuova che incontri.
Quando incontriamo qualcuno per la prima volta ne percepiamo odori, aspetto fisico, postura, voce, abbigliamento e confrontiamo tutti questi dati sensoriali con i dati già immagazzinati nel nostro cervello.

Così si forma la prima impressione che è quella prima opinione su qualcuno che è difficile cambiare, tanto che possiamo affermare che una buona prima impressione crea una strada in discesa nelle relazioni, e una cattiva impressione invece ne crea una in salita.
La prima idea che ci facciamo su qualcuno pesa di più delle successive perché queste primissime informazioni vengono processate a grande velocità a livello del cervello limbico e rettiliano, le parti più arcaiche e istintuale del nostro cervello e legate all’inconscio adattivo, e non dalla corteccia frontale, la parte più razionale e logica che sarebbe più lenta. 

 

Quali meccanismi psicologici sono alla base della prima impressione?

 

Alla base di questo complesso e affascinante processo c’è il meccanismo detto di “thin slicing” ovvero fette sottili di esperienza. Quello che succede è che a partire da un brevissimo momento e da una piccola porzione di esperienza il nostro cervello è in grado di tirare delle conclusioni generali sul fatto che quella persona mi piace o non mi piace.

Per l’effetto priming le prime informazioni che il cervello riceve influenzano il modo in cui saranno elaborate le successive. Eccone un esempio. Se incontri un uomo ad una cena e dal suo aspetto, dalla sua comunicazione non verbale (magari ha un bel sorriso) e dalle prime parole che dice ti fa una buona prima impressione tu gli metterai l’etichetta di “simpatico e piacevole” e se in un incontro successivo lui si mostrasse rabbuiato e un po’ scontroso sarai portato a giustificare il suo atteggiamento pensando che forse ha avuto una brutta giornata, perché nella tua mente quell’uomo è “simpatico e piacevole”.

Ma se al contrario nel vostro primo incontro quell’uomo per qualche ragione ti sembra “antipatico”, ad esempio per qualcosa che dice (o non dice!) o perché ha un’espressione che ti ricorda qualcuno del tuo passato che era poco cordiale, allora sarà questa l’impressione che si scriverà dentro di te e se ad un successivo incontro ti accoglie con un bel sorriso e cerca di creare un dialogo con te, è possibile che tu pensi “Quali secondi fini ha? Perché si atteggia in questo modo?”, e questo perché nella prima impressione che ti ha lasciato l’idea che ti sei fatto di lui è diversa da quella attuale.

In sostanza quello che accade è che interpretiamo le seconde informazioni sulla base delle prime, che pesano di più. Questo accade anche in virtù dell’esistenza di un altro effetto psicologico chiamato effetto alone per cui siamo portati ad associare ad una caratteristica positiva evidente, come ad esempio la solarità (persona che sorride) anche altre caratteristiche positive non esplicitamente espresse. Ad esempio potremo pensare che una persona solare è anche brillante e intelligente. E attenzione perché l’effetto alone vale anche al negativo!

Ti sarà chiaro a questo punto quanto sia fondamentale giocarti al meglio questi primi istanti, in ogni tuo speaking moment.

 

Quali sono le primissime informazioni che andiamo a ricercare quando incontriamo qualcuno?

 

Tra le primissime cose che vogliamo capire di un altro essere umano quando lo incontriamo è se è minaccioso o non minaccioso. Questo è legato ad un nostro meccanismo di sopravvivenza.

C’è un interessantissimo esperimento condotto dalla ricercatrice Amy Cuddy, psicologa sociale ad Harvard, da cui è emerso che quando noi incontriamo una persona la nostra prima impressione su di lei si basa per l’80% su due parametriovvero i segnali di Calore e quelli di Competenza. Le prime informazioni che andiamo a valutare sono quanto una persona ci sembra vicina, accogliente, morbida, empatica oppure fredda e distaccata, e quanto ci sembra preparata e sicura di ciò che dice oppure incompetente.

 

La matrice della prima impressione

 

Incrociando questi due parametri Amy Cuddy ha ricavato questa matrice a quattro quadranti:

matrice prima impressione

matrice della prima impressione – fonte Amy Cuddy

 

Come puoi giocarti al meglio la prima impressione nei tuoi momenti di parola?

Innanzitutto poni particolare attenzione a 2 aspetti fondamentali:

  1. Abbi cura del tuo ODORE!
    Cura la tua igiene, il tuo alito
    perché le prime impressioni olfattive bypassano qualsiasi altro ragionamento logico-razionale e siamo istintivamente portati ad allontanarci da ciò che ha un cattivo odore.
  2. Fai attenzione al tuo ABBIGLIAMENTO!
    Scegli indumenti adeguati, in linea con i canoni del “target” su cui vuoi fare una buona impressione. Scegli come vestirti anche curando di esprimere la tua unicità, in ascolto dei tuoi gusti personali e al tempo stesso se parli ad un pubblico di punk non andrai in giacca, così come non ti presenterai con i jeans rotti, borchie e anelli al naso ad un incontro di business networking.

Metti in campo i 4 talenti sociali!

Esistono 4 caratteristiche che sono universalmente molto apprezzate dagli esseri umani e che se metterai in campo nei tuoi #speakingmoments ti agevoleranno nel fare un’ottima prima impressione:

  1. MIGLIORA LO STATO D’ANIMO!
    Far ridere, portare entusiasmo, sorridere. Se è nelle tue corse porta dello humor, oppure semplicemente SORRIDI!
  2. TROVA QUALCOSA IN COMUNE!
    Se nei primissimi momenti riesci a far notare all’altro cosa avete in comune sarà come dire che siete della stessa tribù.

  3. VALORIZZA L’ALTRO!
    Fai complimenti, nota quello che ti piace dell’altro e diglielo! Questo talento va a soddisfare il profondo bisogno umano che tutti condividiamo di sentirci importanti.

  4. TRASMETTI UN INSEGNAMENTO!
    Racconta qualcosa di interessante, condividi una conoscenza o un’informazione di valore per l’altro. Qui lavori sul fonte della competenza.  

 

Attenzione! Nei discorsi in pubblico non puntare solo sulla competenza.

Molto spesso preparandoci per un discorso o un momento sociale importante in cui abbiamo occasione di parlare ci focalizziamo solo sull’ultimo di questi quattro punti, su quello che abbiamo da dire per apparire competenti, tralasciando i primi 3 – fondamentali – talenti sociali.

Ricordati che il rischio se fai questo è di apparire freddo e distaccato, e nel migliore dei casi suscitare invidia.

Per arrivare all’ammirazione e quindi ad un’ottima prima impressione abbi sempre cura di portare anche i primi tre talenti sociali che sono la base del tuo Calore umano!